Giusto a proposito (parecchio OT ma non posso lasciarmi sfuggire l’occasione) una volta in classe abbiamo fatto una lettura su Marconi, dove ad un certo punto diceva che le onde radio hanno la stessa velocità della luce. Uno scolaro mi ha chiesto come hanno fatto a misurare quella velocità e io sono stata costretta a rispondere che non lo so, che ci saranno arrivati con un calcolo induttivo, come quando si calcola l’altezza di una montagna che mica si va lì col metro, però quali siano questi calcoli non lo so. Tu lo sai? Todah.
Ciao,
ci sono diversi metodi. Il piu’ semplice da capire e’ quello di Fizeau e Foucault. I lampi di luce che vengono creati da una prima ruota dentata che ruota di fronte ad una sorgente di luce (uno stroboscopio) si propagano per 18 km e vengono riflessi da uno specchio. L’osservatore si mette dietro alla ruota dentata che gira a velocita’ elevata. Quando la luce passa da un dente, rimbalza sullo specchio a 18 km e ritorna attraverso il successivo, l’osservatore puo’ vederla ma se aumenta la velocita’ della ruota, la luce ed i denti vanno “fuori fase” e la luce si spegne, finche’ la velocita’ non e’ raddoppiata (due denti a lampo). Conoscento la velocita’ di rotazione della ruota ed il numero di denti, si puo’ calcolare quanto ci mette la luce ad andare e ritornare al dente successivo. Nell’esperimento originale era 1/20000 di secondo.
nell’approssimazione dei numeri tondi (20000 e 8). Ma hai capito l’apparato?
Poi Foucault l’ha modificato con degli specchi rotanti. Molto elegante.
L’esperimento dei neutrini non e’ stato fatto con un interferometro come quello di Foucault ma tarando degli orologi a 700 km e facendo una statistica sulla velocita’ media delle particelle.
Sì, ho capito come funziona, grazie (se c’è una cosa che sei bravo a fare, oggettivamente, è spiegare) (beh, anche a sistemare centinaia di pallottole sei piuttosto bravo, se vogliamo dirla tutta…)
Quindi 300.000 non è una cifra esatta bensì un calcolo approssimativo, giusto? L’altro giorno alla radio invece qualcuno si chiesto cosa diavolo è venuto in mente ad Avogadro di mettersi lì a contare una per una i sei milioni di miliardi di miliardi e rotti di particelle della mole…
Beh, tutti i calcoli reali hanno una certa approssimazione in quanto derivati da misure effettuate con strumenti: piu’ preciso e’ lo tsrumento e piu’ precisa e’ la misura. il numero di Avogadro e’ stato dedotto in diverse occasioni. Un contributo importante l’ha dato anche quel birbante di Einstein (quello del nobel per l’effetto fotoelettrico famoso anche per la teoria della relativita’). Comunque Avogadro non ha effettuato misure ma solo ipotizzato la presenza nelle sostanze pure di molecole con un determinato peso molecolare. Da cui l’idea che esista un numero che mette in relazione una determinata quantita’ di sostanza ed il suo peso molecolare. (cioe’, se mi dai 10g di carbone, posso dirti quante molecole ci sono). La misura piu’ semplice di N e’ quella di usare un cristallo di densita’ nota, farne una figura di diffrazione ai raggi X (cioe’ misurare la distanza tra molecole che ci sono dentro al cristallo). Se ne conosco la densita’ e misuro le distanze, deduco quante molecole ci sono per unita’ di peso. Right?
No no, non rivoltare la frittata tentando di sminuire il lavoro altrui! Lui un bel giorno si è seduto lì e le ha contate tutte una per una, ecco cosa ha fatto!
12 commenti
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settembre 30, 2011 a 4:11 PM
barbara
Giusto a proposito (parecchio OT ma non posso lasciarmi sfuggire l’occasione) una volta in classe abbiamo fatto una lettura su Marconi, dove ad un certo punto diceva che le onde radio hanno la stessa velocità della luce. Uno scolaro mi ha chiesto come hanno fatto a misurare quella velocità e io sono stata costretta a rispondere che non lo so, che ci saranno arrivati con un calcolo induttivo, come quando si calcola l’altezza di una montagna che mica si va lì col metro, però quali siano questi calcoli non lo so. Tu lo sai? Todah.
ottobre 3, 2011 a 4:04 PM
giovannifrancescosagredo
Ciao,
ci sono diversi metodi. Il piu’ semplice da capire e’ quello di Fizeau e Foucault. I lampi di luce che vengono creati da una prima ruota dentata che ruota di fronte ad una sorgente di luce (uno stroboscopio) si propagano per 18 km e vengono riflessi da uno specchio. L’osservatore si mette dietro alla ruota dentata che gira a velocita’ elevata. Quando la luce passa da un dente, rimbalza sullo specchio a 18 km e ritorna attraverso il successivo, l’osservatore puo’ vederla ma se aumenta la velocita’ della ruota, la luce ed i denti vanno “fuori fase” e la luce si spegne, finche’ la velocita’ non e’ raddoppiata (due denti a lampo). Conoscento la velocita’ di rotazione della ruota ed il numero di denti, si puo’ calcolare quanto ci mette la luce ad andare e ritornare al dente successivo. Nell’esperimento originale era 1/20000 di secondo.
ottobre 3, 2011 a 4:06 PM
giovannifrancescosagredo
bevakasha
ottobre 5, 2011 a 8:28 PM
barbara
E per le onde radio?
ottobre 6, 2011 a 8:14 am
giovannifrancescosagredo
Le onde radio sono onde elettromagnetiche, come quelle della luce. Una volta calcolata la velocita’ della luce….
ottobre 9, 2011 a 1:08 PM
barbara
Ah, ok. Però coi numeri della risposta precedente 36X20000 fa 720.000…
ottobre 10, 2011 a 8:04 am
giovannifrancescosagredo
Giusto, i km erano 8 e non 18.
F
ottobre 10, 2011 a 10:05 PM
barbara
E 8X20000 fa 320.000: dove si perdono i 20.000 eccedenti?
ottobre 11, 2011 a 8:12 am
giovannifrancescosagredo
nell’approssimazione dei numeri tondi (20000 e 8). Ma hai capito l’apparato?
Poi Foucault l’ha modificato con degli specchi rotanti. Molto elegante.
L’esperimento dei neutrini non e’ stato fatto con un interferometro come quello di Foucault ma tarando degli orologi a 700 km e facendo una statistica sulla velocita’ media delle particelle.
ottobre 11, 2011 a 11:48 PM
barbara
Sì, ho capito come funziona, grazie (se c’è una cosa che sei bravo a fare, oggettivamente, è spiegare) (beh, anche a sistemare centinaia di pallottole sei piuttosto bravo, se vogliamo dirla tutta…)
Quindi 300.000 non è una cifra esatta bensì un calcolo approssimativo, giusto? L’altro giorno alla radio invece qualcuno si chiesto cosa diavolo è venuto in mente ad Avogadro di mettersi lì a contare una per una i sei milioni di miliardi di miliardi e rotti di particelle della mole…
ottobre 12, 2011 a 9:17 am
giovannifrancescosagredo
Beh, tutti i calcoli reali hanno una certa approssimazione in quanto derivati da misure effettuate con strumenti: piu’ preciso e’ lo tsrumento e piu’ precisa e’ la misura. il numero di Avogadro e’ stato dedotto in diverse occasioni. Un contributo importante l’ha dato anche quel birbante di Einstein (quello del nobel per l’effetto fotoelettrico famoso anche per la teoria della relativita’). Comunque Avogadro non ha effettuato misure ma solo ipotizzato la presenza nelle sostanze pure di molecole con un determinato peso molecolare. Da cui l’idea che esista un numero che mette in relazione una determinata quantita’ di sostanza ed il suo peso molecolare. (cioe’, se mi dai 10g di carbone, posso dirti quante molecole ci sono). La misura piu’ semplice di N e’ quella di usare un cristallo di densita’ nota, farne una figura di diffrazione ai raggi X (cioe’ misurare la distanza tra molecole che ci sono dentro al cristallo). Se ne conosco la densita’ e misuro le distanze, deduco quante molecole ci sono per unita’ di peso. Right?
ottobre 13, 2011 a 12:46 am
barbara
No no, non rivoltare la frittata tentando di sminuire il lavoro altrui! Lui un bel giorno si è seduto lì e le ha contate tutte una per una, ecco cosa ha fatto!