leggetevi questa IDIOZIA:
“Firmato un accordo tra gruppo Piaggio ed Enel per lo sviluppo della mobilità elettrica nelle città e lo studio di prodotti, servizi e soluzioni innovative per la salvaguardia ambientale. La parnership è stata siglata da Roberto Colaninno, presidente e ad del gruppo Piaggio, e Fulvio Conti, ad e direttore generale Enel.
DATI ALLARMANTI – Alla base dell’accordo, i dati allarmanti sulle emissioni da gas “effetto serra”, passate dal 16,6% del 1990 al 23,8% del 2006.”
Dati allarmanti…. le emissioni sono passate dal 16.6 al 23.8% di cosa????
Mi sa che l’unica cosa allarmante e’ il cervello del giornalista.
Riporto una dei commenti all’articolo (fra parentesi: come mai i commneti ai giornali inglesi online sono mediamente molto più intelligenti di quelli italiani?) F B wrote:
In the mid 1970’s Scientists (probably the same ones bleating about climate change) created the Catalyctic Converter. This was designed to reduce Carbon Monoxide emissions from the ever growing number of motor vehicles and thus save us from gassing ourselves. The Cat works by turning the CO into CO2. Both are greenhouse gases but CO doesn’t linger in the atmosphere and so does no harm to the environment. Plus it was only poisonous if you filled you car with it or wrapped your lips round the exhaust pipe (not recommended – burns the mouth). Co3 on the other hand, as we know is a dangerous greenhouse gas – just like water vapour. So the solution? Do away with the Cat Converter and tell the politicians and scientists to shut the hell up!
Segnalo però che anche il prof. Beddington fa uno scivolone, abbastanza incredibile: “Some people ask why we should act when scientists say they are only 90 per cent certain about the problem. But would you get on a plane that had a 10 per cent chance of landing?”
Anche lui con il principio di precauzione, probabilmente per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Sfugge il fatto che una cosa non è provata in percentuale: o è provata o non lo è. La faccenda dell’agire non si risolve dicendo: “intanto che arriva la prova scientifica, io prendo precauzioni come se fosse arrivata”. Questo perché le “precauzioni” possono essere decise solo in base a un calcolo onnicompensivo dei costi e dei benefici. Credo che l’esempio delle marmitte catalitiche portato dal lettore qui sopra sia perfetto, al riguardo: le precauzioni prese in base a una visione non completa della realtà possono essere dannose, come, aggiungo io, un salasso praticato da un medico del secolo XVIII.
Erasmo,
entrambi i commenti mi trovano in disaccordo: il monossido di carbonio e’ un veleno (incolore, inodore) che si lega ad emoglobina in modo pressoche’ irreversibile e quindi va assolutamente eliminato. In caso di inversione termica in citta’ o coda in galleria avrebbe fatto molti danni. Sul secondo anche sono in disaccordo in quanto i dati scientifici hanno sempre un certo margine di errore e normalmente vendono dati con un’attendibilita’ del 99% (buoni) o del 95% (accettabili).
Sì, però non può sfuggire che Beddington butta lì il 90% in modo totalmente informale, con il senso di “probabilità alta”. Il paragone con una aereo che ha il 10% di probabilità di atterrare è fuorviante, perché una probabilità del genere si riferirebbe a un viaggio in condizioni proibitive, così valutate in funzione di nozioni certe (queste sì al 99,99%)su sicurezza attiva e passiva di quell’aeromobile. Per fare l’esempio più banale, volare 10.000 miglia con un aereo che ha un’autonomia di 9000. Chiaro che in certe condizioni di venti in quota, e a velocità e carico ottimizzati, si può fare, ma con probabilità scarsa.
Il caso del clima mi pare che l’incertezza riguardi proprio il nocciolo del pronblema (come se, nell’esempio dell’aereo, non fossi sicuro di quanto consuma).
Capisco il tuo dissenso, ma io in effetti non volerei nemmeno su un aereo che ha il 90% di probabilita’ di atterrare!
Comunque, sull’aereo ci siamo e sono d’accordo con chi vuole misurare (senza trucchi) quanto sta consumando… Non ho, personalmente una posizione relativa al GW se non che val la pena di sapere se c’e’ un effetto antropico e quali conseguenze questo abbia sul medio-lungo termine.
7 commenti
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gennaio 29, 2010 a 4:37 PM
giovannifrancescosagredo
leggetevi questa IDIOZIA:
“Firmato un accordo tra gruppo Piaggio ed Enel per lo sviluppo della mobilità elettrica nelle città e lo studio di prodotti, servizi e soluzioni innovative per la salvaguardia ambientale. La parnership è stata siglata da Roberto Colaninno, presidente e ad del gruppo Piaggio, e Fulvio Conti, ad e direttore generale Enel.
DATI ALLARMANTI – Alla base dell’accordo, i dati allarmanti sulle emissioni da gas “effetto serra”, passate dal 16,6% del 1990 al 23,8% del 2006.”
Dati allarmanti…. le emissioni sono passate dal 16.6 al 23.8% di cosa????
Mi sa che l’unica cosa allarmante e’ il cervello del giornalista.
gennaio 30, 2010 a 2:58 PM
gians
Credo che l’effetto serra abbia danneggiato per primo il celebro del giornalista.
gennaio 31, 2010 a 9:03 am
Erasmo
Riporto una dei commenti all’articolo (fra parentesi: come mai i commneti ai giornali inglesi online sono mediamente molto più intelligenti di quelli italiani?)
F B wrote:
In the mid 1970’s Scientists (probably the same ones bleating about climate change) created the Catalyctic Converter. This was designed to reduce Carbon Monoxide emissions from the ever growing number of motor vehicles and thus save us from gassing ourselves. The Cat works by turning the CO into CO2. Both are greenhouse gases but CO doesn’t linger in the atmosphere and so does no harm to the environment. Plus it was only poisonous if you filled you car with it or wrapped your lips round the exhaust pipe (not recommended – burns the mouth). Co3 on the other hand, as we know is a dangerous greenhouse gas – just like water vapour. So the solution? Do away with the Cat Converter and tell the politicians and scientists to shut the hell up!
gennaio 31, 2010 a 9:15 am
Erasmo
Segnalo però che anche il prof. Beddington fa uno scivolone, abbastanza incredibile:
“Some people ask why we should act when scientists say they are only 90 per cent certain about the problem. But would you get on a plane that had a 10 per cent chance of landing?”
Anche lui con il principio di precauzione, probabilmente per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Sfugge il fatto che una cosa non è provata in percentuale: o è provata o non lo è. La faccenda dell’agire non si risolve dicendo: “intanto che arriva la prova scientifica, io prendo precauzioni come se fosse arrivata”. Questo perché le “precauzioni” possono essere decise solo in base a un calcolo onnicompensivo dei costi e dei benefici. Credo che l’esempio delle marmitte catalitiche portato dal lettore qui sopra sia perfetto, al riguardo: le precauzioni prese in base a una visione non completa della realtà possono essere dannose, come, aggiungo io, un salasso praticato da un medico del secolo XVIII.
febbraio 1, 2010 a 8:36 am
giovannifrancescosagredo
Erasmo,
entrambi i commenti mi trovano in disaccordo: il monossido di carbonio e’ un veleno (incolore, inodore) che si lega ad emoglobina in modo pressoche’ irreversibile e quindi va assolutamente eliminato. In caso di inversione termica in citta’ o coda in galleria avrebbe fatto molti danni. Sul secondo anche sono in disaccordo in quanto i dati scientifici hanno sempre un certo margine di errore e normalmente vendono dati con un’attendibilita’ del 99% (buoni) o del 95% (accettabili).
febbraio 1, 2010 a 10:27 am
Erasmo
Sì, però non può sfuggire che Beddington butta lì il 90% in modo totalmente informale, con il senso di “probabilità alta”. Il paragone con una aereo che ha il 10% di probabilità di atterrare è fuorviante, perché una probabilità del genere si riferirebbe a un viaggio in condizioni proibitive, così valutate in funzione di nozioni certe (queste sì al 99,99%)su sicurezza attiva e passiva di quell’aeromobile. Per fare l’esempio più banale, volare 10.000 miglia con un aereo che ha un’autonomia di 9000. Chiaro che in certe condizioni di venti in quota, e a velocità e carico ottimizzati, si può fare, ma con probabilità scarsa.
Il caso del clima mi pare che l’incertezza riguardi proprio il nocciolo del pronblema (come se, nell’esempio dell’aereo, non fossi sicuro di quanto consuma).
febbraio 1, 2010 a 1:30 PM
giovannifrancescosagredo
Capisco il tuo dissenso, ma io in effetti non volerei nemmeno su un aereo che ha il 90% di probabilita’ di atterrare!
Comunque, sull’aereo ci siamo e sono d’accordo con chi vuole misurare (senza trucchi) quanto sta consumando… Non ho, personalmente una posizione relativa al GW se non che val la pena di sapere se c’e’ un effetto antropico e quali conseguenze questo abbia sul medio-lungo termine.